Monte Guglielmo

.. a due passi dal Paradiso

Lettera di Fausto Montini

Ill.mo Signor Giovanelli e Comitato Organizzatore,
desidero esprimerVi il più sincero e convinto ringraziamento per aver consentito alla mia famiglia ed a me di partecipare alla cerimonia di Domenica 4 per la benedizione della bellissima statua di PAOLO VI posata sul Monte Guglielmo a fianco del monumento al Redentore: come ho già avuto occasione di dirVi, mi sentivo in difetto – quale Bresciano e Montini – per non aver mai salito la cima della montagna di casa, tanto cara ai miei Familiari e della quale avevo solo il ricordo dei racconti che me ne faceva talvolta mio padre Lodovico, fratello maggiore del Papa, transitando sulla strada ai piedi del Monte, lungo il Lago d’Iseo, diretti a Ponte di Legno.
Voi mi avete consentito di condividere con tanta ottima gente dei momenti assolutamente eccezionali per l’intensità di manifestazione di affetto verso una Persona che – sicuramente cara a tutti i presenti – ho rivisto, con la mia Famiglia, rappresentata nella forma e nell’ espressione più vicina alla memoria a noi più intimamente presente dello “Zio Don Battista”: nell’ambiente che la natura ha reso quasi spettrale ed ultraterreno dominava una Statua che rappresentava una Figura serena e permeata di quella intima gioia che solo pochi hanno potuto riconoscere nelle manifestazioni ufficiali, ma che era sicuramente riscontrabile da parte di chi ha avuto la fortuna di poterla avvicinare e restarne completamente affascinato.
Felicissima l’intuizione e l’interpretazione dell’Artista che ha saputo individuare questo aspetto quasi sottaciuto di una Personalità che altri hanno rappresentato in modo non sempre convincente e altrettanto felice l’iniziativa di posare quella Statua sulla cima del monte dove costerà fatica salire per ammirarla, ma da dove potrà estendere la manifestazione della sua protezione e benedizione alla sua terra tanto amata.
Ancora rinnovo i ringraziamenti per avermi concesso di vivere con i miei Cari quei momenti indimenticabili, ricordando con commossa pietà e preghiera il sacrificio del giovane padre di famiglia che la Provvidenza ha voluto chiamare, quasi a consacrazione di un evento speciale: auspico che il Signore voglia concedere alla moglie ed ai piccini il conforto della Sua Grazia, alla quale certo doveva rivolgersi chi ha voluto salire in quel giorno il Guglielmo.

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